Descrizione
Alle pp. 66-79 la crudele e allucinata "Un buon impiego", del 1977, storia fantascientifica d'una coppia omosessuale sposata, nella totalitaria Bologna del futuro (si noti che nel 1977 il matrimonio omosessuale era, appunto, decisamente fantascientifico, e la scelta d'una coppia gay aveva un significato straniante, che oggi non si percepisce più). La storia è un documento del pesante scontro avvenuto nel 1977 fra l'ultrasinistra (a cui Scòzzari apparteneva) e il Pci, al governo a Bologna, giudicato (non sempre a torto) troppo corrivo verso la repressione del dissenso. Scòzzari disegna qui la Bologna del futuro (costellata di allusioni a personaggi ed eventi del 1977: nei nomi delle vie, nei monumenti, nei marchi…) come una dittatura comunista in cui regna la legge del più forte. Presidente è nominato chi riesce a uccidere il suo predecessore. E l'ambizioso "moglio" della coppia omosessuale vuole che il marito tenti la sorte, per diventare "first lady". Finale (crudelissimo) a sorpresa. Il modo in cui la coppia omosessuale è rappresentata è assolutamente stereotipato. Ed anche questo è un sintomo di quanto fosse facile in quegli anni (be', a dire il vero ancora oggi) non percepire o fraintendere deliberatamente la rilevanza e la novità delle rivendicazioni del movimento dei "froci", presente sulla scena politica da soli cinque anni. L'accusa implicita nel ritratto fatto da Scòzzari (che i lettori più giovani possono forse non percepire più, ma che era esplicita nell'ultrasinistra di quel periodo) è che gli omosessuali, invece di lottare per salvare la società che scivolava verso la dittatura, volevano solo diventare come tutti gli altri, integrarsi nel sistema, e costruire famiglie stereotipate e ridicole come quelle eterosessuali tradizionali. E questo senza alcun vantaggio, tant'è che l'omofobia, nella Bologna descritta da Scòzzari, non è affatto scomparsa: gran bel vantaggio, questa integrazione!
Frigidaire Grandi Libri Supplemento al N. 96 di Frigidaire Grandi Albi
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